Le api da miele, e tutti gli apoidei, si sono coevolute col mondo vegetale. Il rapporto così stretto tra questi due sistemi è facilmente spiegabile dalla relazione bidirezionale che li lega in modo indissolubile. Le piante offrono il nutrimento indispensabile alle api, le api provvedono alla vitale funzione di impollinazione incrociata per le piante.
Questa relazione, sviluppata in milioni di anni, si è via via affinata per i reciproci vantaggi che le api e le piante ricavano dal loro rapporto.
Questo connubio garantisce la migliore biodiversità nelle nicchie ecologiche frequentate dalle api.
Una qualunque, anche piccola perturbazione di uno dei due sistemi, produce inevitabilmente una difficoltà per l’altro.
L’uomo in tutto questo non può prendere parte attiva, se non attraverso tecniche complicate e invasive che sarebbe impossibile svolgere su larga scala.
E’ facile comprendere che se i due sistemi sono in armonia, tutto funziona perfettamente al meglio.
Massimo rendimento con il minimo sforzo!!
E’ altrettanto facile intuire che la salute delle famiglie e la produzione di miele daranno le migliori performance in un ambiente ben conosciuto dalle api e che si è sviluppato secondo linee comuni per entrambe i sistemi.
Ne danno prova le sempre più numerose segnalazioni di famiglie di api (gestite dall’apicoltore, selvatiche o inselvatichite) che vivono e producono senza alcuna necessità di nutrizione e trattamenti contro i parassiti, dove la conduzione dell’apicoltore è rispettosa dell’ambiente e delle api, nei tempi e nelle modalità.
Il tutto si concretizza con un minore carico di lavoro per l’apicoltore perché, nella grande maggioranza dei casi, non è necessario nutrire le famiglie e il contenimento della varroa si attua con pochi interventi associati a qualche tecnica di allevamento che aiuti le api a mantenere bassa l’infestazione, come il confinamento della regina o l’asportazione della covata. Talora si è giunti all’equilibrio ospite/parassita che tutti auspichiamo in quanto consentirebbe non solo una importante riduzione dei trattamenti ma addirittura la loro cessazione.
Questo modo di operare potrebbe ridurre le produzioni, ma ridurrebbe sicuramente anche i costi e le perdite, portando ad un bilancio complessivamente positivo.
Per raggiungere questi risultati occorre innanzitutto allevare api che si sono evolute localmente, sia come sottospecie sia come ecotipi, riducendo i lori spostamenti allo stretto necessario.