Subito dopo la redazione dell’Appello per la tutela della biodiversità delle sottospecie autoctone di Apis mellifera Linnaeus, 1758 in Italia, più noto come la Carta di San Michele all’Adige, è risultata evidente l’esigenza di costituire un comitato operativo che si occupasse della tutela delle sottospecie autoctone delle api da miele e degli altri impollinatori.

Agli estensori è apparso subito chiaro che il semplice appello, se pur accorato e documentato, non sarebbe stato sufficiente a far sì che venissero messe in atto le azioni necessarie, per questo è stata avanzata la proposta di costituire un Comitato Tecnico Scientifico per la Tutela delle Api Autoctone (CTSTAA).

Il CTSTAA si pone l’obiettivo di essere il punto d’incontro tra apicoltori e ricercatori sul tema della gestione sostenibile del patrimonio genetico delle popolazioni di api italiane, per offrire alle aziende apistiche l’opportunità di confrontarsi e discutere, sulla base delle conoscenze scientifiche attuali, delle tecniche apistiche che siano in grado di conservare un’alta variabilità genetica delle api autoctone e le caratteristiche di vitalità di tutti gli apoidei.

Certo, le api mellifere, come tutti gli apoidei e gli altri insetti pronubi, sono seriamente minacciati da altri gravissimi fattori di carattere ambientale di origine antropica, ma non per questo si deve evitare di confrontarsi sulla deriva genetica delle sottospecie di Apis mellifera.

Il CTSTAA ritiene che la tutela delle sottospecie di Apis mellifera e la conservazione e la tutela genetica degli altri impollinatori, anche quando siano gestiti in qualche modo dall’uomo (bombi, osmie etc.), sia possibile senza ledere gli interessi economici di un importante settore del nostro comparto agricolo qual’è l’apicoltura professionale, anzi, ritiene che proprio tale comparto sarà il primo a trarne un beneficio duraturo.

Si tratta quindi di una sorta di comitato etico che, ispirandosi ai principi delle Convenzioni internazionali e delle Dichiarazioni dei diritti degli animali e dell’ambiente, si propone di tutelare l’integrità genetica delle popolazioni di api autoctone (gestite e non) nel territorio italiano, la dignità delle api rispetto alla loro biologia e comportamento naturale, il benessere degli animali coinvolti nelle attività di allevamento, nella ricerca e nella didattica.

Il CTSTAA, che opera secondo criteri di piena autonomia e indipendenza, è costituito in seno al World Biodiversity Association (WBA) ed ha un regolamento che ne disciplina il funzionamento.

Il Comitato è composto da un minimo di 10 a un massimo di 14 Membri, di cui circa la metà di diretta espressione del mondo della ricerca e l’altra metà del mondo della produzione apistica. Attualmente i membri del comitato sono 7 apicoltori e 7 ricercatori, che hanno come requisito comune quello di aver redatto e/o sottoscritto la Carta di San Michele all’Adige e di condividerne gli obiettivi.

RegolamentoOrganigramma